ZYPREXA 5 mg compresse rivestite.
Ogni compressa rivestita contiene 5 mg di olanzapina.
Per gli eccipienti, vedere al Paragrafo 6.1.
ZYPREXA 5 mg compresse si presentano sotto forma di compresse
rotonde, bianche, rivestite e con stampato il nome
“LILLY” ed un codice di identificazione numerico
"4115".
- [Vedi Indice]
Olanzapina è indicata per il trattamento della
schizofrenia.
Nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al
trattamento iniziale, il proseguimento della terapia con
olanzapina consente di mantenere il miglioramento clinico.
Olanzapina è indicata per il trattamento dell'episodio
di mania da moderato a grave. Non è stato dimostrato che
olanzapina prevenga il ripetersi di episodi di mania o di
depressione (vedere al Paragrafo 5.1).
Ulteriori informazioni sugli studi clinici
In uno studio comparativo internazionale, in doppio cieco,
sulla schizofrenia, sulle manifestazioni schizoaffettive e
disturbi correlati, che comprendeva 1.481 pazienti con associati
sintomi depressivi di diversa gravità (con punteggio medio
di 16,6 rilevato all’inizio dello studio secondo la scala
di valutazione per la depressione di Montgomery-Asberg),
un’analisi prospettica secondaria della variazione del
punteggio dell’umore tra l’inizio e la fine dello
studio ha dimostrato un miglioramento statisticamente
significativo (p=0,001) ottenuto con olanzapina (-6,0) rispetto a
quello osservato con aloperidolo (-3,1).
Schizofrenia: Il dosaggio iniziale raccomandato di olanzapina
è 10 mg al giorno.
Episodio di mania: Il dosaggio iniziale è 15 mg da
somministrare in un'unica dose giornaliera in monoterapia o 10 mg
al giorno in terapia combinata (vedere al Paragrafo 5.1).
Durante il trattamento sia della schizofrenia che
dell'episodio di mania, in base alla condizione clinica del
paziente il dosaggio giornaliero può successivamente
essere aggiustato entro un intervallo di 5-20 mg. L'incremento a
una dose superiore al dosaggio inizialmente raccomandato è
consigliato solo dopo un adeguato periodo di osservazione clinica
e deve generalmente attuarsi ad intervalli di tempo non inferiori
alle 24 ore. Olanzapina può essere somministrata
indipendentemente dall'assunzione dei pasti poiché
l'assorbimento non è influenzato dal cibo. Quando si
interrompe la somministrazione di olanzapina si deve prendere in
considerazione una riduzione graduale della dose.
Bambini ed adolescenti: Olanzapina non è stata valutata
in pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Anziani: Generalmente, non è richiesto un dosaggio
iniziale più basso (5 mg/die), anche se una riduzione
della dose dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti
di età pari o superiore ai 65 anni quando le situazioni
cliniche lo consigliano.
Pazienti con insufficienza renale e/o epatica: In questi
pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale
più basso (5 mg). In caso di insufficienza epatica di
grado moderato (cirrosi di classe A o B secondo la
classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale è di
5 mg ed ogni incremento di dose deve essere effettuato con
cautela.
Variazioni posologiche legate al sesso del paziente: Di
solito, non è necessario apportare variazioni alla dose
iniziale ed all’intervallo di dosaggio per pazienti di
sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile.
Pazienti fumatori: Di solito, non è necessario
apportare variazioni alla dose iniziale ed all’intervallo
di dosaggio nei fumatori rispetto ai non fumatori.
Quando sono presenti più fattori in grado di rallentare
il metabolismo (pazienti di sesso femminile, anziani, non
fumatori), si deve considerare la possibilità di diminuire
la dose iniziale. L'aumento di dosaggio, quando necessario, deve
essere effettuato con cautela in questi pazienti. (vedere anche Paragrafo 4.5, Interazioni con altri medicinali
ed altre forme d’interazione e Paragrafo 5.2,
Proprietà farmacocinetiche)
Ipersensibilità ad olanzapina o ad uno qualunque degli
eccipienti. Pazienti a rischio noto di glaucoma ad angolo
chiuso.
Molto raramente è stata riportata iperglicemia o un
aggravamento di un diabete preesistente occasionalmente associato
a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi ad esito fatale. Sono
stati descritti alcuni casi in cui un precedente aumento della
massa corporea poteva costituire un fattore predisponente. Nei
pazienti diabetici e nei pazienti con fattori di rischio per lo
sviluppo della malattia diabetica si consiglia un monitoraggio
clinico appropriato.
Quando olanzapina è interrotta bruscamente sono stati
riportati molto raramente (< 0,01 %) sintomi acuti come
sudorazione, insonnia, tremore, ansietà, nausea o vomito.
Quando si sospende il trattamento con olanzapina deve essere
considerata una graduale riduzione della dose.
Malattie concomitanti: Anche se olanzapina ha dimostrato
attività anticolinergicain vitro,
l’esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa
incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in
considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in
pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella
prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo
paralitico e patologie correlate.
Nei pazienti con malattia di Parkinson non si consiglia
l’uso di olanzapina nel trattamento della psicosi indotta
da agonisti della dopamina. Durante gli studi clinici, il
peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e le
allucinazioni sono state riferite più comunemente e
più frequentemente con olanzapina che con placebo (vedere
anche 4.8, Effetti indesiderati), ed olanzapina non e’
stata più efficace del placebo nel trattamento dei sintomi
psicotici. In questi studi, era richiesto che in fase inziale i
pazienti fossero mantenuti stabili con la più bassa dose
efficace di farmaci anti-Parkinson (agonisti della dopamina) e
che questo trattamento anti-Parkinson rimanesse lo stesso per
farmaci e dosaggi impiegati per tutta la durata dello studio.
Olanzapina era somministrata inizialmente a dosi di 2,5 mg al
giorno e la dose modificata fino ad un massimo di 15 mg al giorno
in base al giudizio dell’investigatore.
Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della
condizione clinica del paziente si osserva dopo un periodo che
può variare da parecchi giorni ad alcune settimane.
Durante questo intervallo di tempo i pazienti devono essere
attentamente monitorati.
Lattosio: le compresse di Zyprexa contengono lattosio.
Frequentemente sono stati osservati aumenti transitori ed
asintomatici delle transaminasi epatiche, alanina transferasi
(ALT) ed aspartato transferasi (AST), specie nelle fasi iniziali
del trattamento. Si consiglia cautela in pazienti con ALT e/o AST
elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza
epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate ad una
limitata riserva funzionale epatica, così come nei casi di
trattamento concomitante con farmaci potenzialmente epatotossici.
In presenza di valori elevati di ALT e/o AST durante la terapia
con olanzapina, devono essere effettuati controlli periodici e
deve essere tenuta presente la possibilità di una
riduzione del dosaggio. Nei casi in cui sia stata emessa diagnosi
di epatite il trattamento con olanzapina deve essere sospeso.
Come per altri farmaci neurolettici, si consiglia cautela nei
pazienti con leucopenia e/oneutropenia di qualsiasi origine, nei
pazienti che assumono farmaci notoriamente in grado di causare
neutropenia, nei pazienti con anamnesi di
mielotossicità/mielodepressione su base iatrogena, nei
pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia
concomitante, a radioterapia od a chemioterapia ed infine nei
pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia
mieloproliferativa. La neutropenia è stata riportata
frequentemente quando olanzapina e valproato sono somministrati
contemporaneamente (vedere al Paragrafo 4.8).
Esistono dati limitati sulla co-somministrazione con litio e
valproato (vedere al Paragrafo 5.1). Anche se è stato
effettuato uno studio di farmacocinetica (vedere al Paragrafo
4.5), non ci sono dati clinici disponibili sulla terapia
combinata di olanzapina e carbamazepina.
Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN): La SMN è una
condizione potenzialmente a rischio di vita associata al
trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono
stati segnalati anche con l’impiego di olanzapina. Le
manifestazioni cliniche della SMN, sono iperpiressia,
rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale e
instabilità del sistema nervoso autonomo
(irregolarità del polso o della pressione sanguigna,
tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori
manifestazioni possono comprendere un aumento della
creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed
insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e
sintomi indicativi di una SMN, o presenta una inspiegabile febbre
elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN tutti i
farmaci antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere
sospesi.
Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con
anamnesi di convulsioni o che sono soggetti a fattori che possono
abbassare la soglia epilettica. In questi pazienti, trattati con
olanzapina, la comparsa di crisi epilettiche è stata
riscontrata raramente. Nella maggioranza di questi casi, le crisi
epilettiche o i fattori di rischio per la comparsa di epilessia
erano descritti nell’anamnesi.
Discinesia tardiva: Negli studi di confronto della durata di
un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato
un’incidenza inferiore, statisticamente significativa, di
discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio
di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine;
pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si
manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve
prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la
sospensione del farmaco. Tali manifestazioni sintomatologiche
possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo
la sospensione del trattamento.
A causa degli effetti primari di olanzapina sul Sistema
Nervoso Centrale si raccomanda cautela quando il farmaco viene
assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri farmaci ad azione
centrale. Poiché olanzapina dimostra di possederein
vitro un’attività dopamino-antagonista, il
farmaco può antagonizzare gli effetti di agonisti
dopaminergici diretti e indiretti.
In studi clinici con olanzapina condotti su pazienti anziani
è stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per
altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente
la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di
età.
Nel corso di studi clinici, non è stata osservata
correlazione tra l’uso di olanzapina ed un persistente
aumento della durata dell’intervallo QT in termini
assoluti. Solo in 8 pazienti su 1.685 si é osservato in
varie situazioni un intervallo QT corretto aumentato. Comunque,
come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando
olanzapina viene prescritta insieme con farmaci notoriamente in
grado di determinare un aumento dell’intervallo QT
corretto, specie nel soggetto anziano, nei pazienti con sindrome
congenita del QT lungo, insufficienza cardiaca congestizia,
ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia.
Nei pazienti che ricevono prodotti medicinali che possono
causare depressione del sistema nervoso centrale si deve usare
cautela.
Potenziali interazioni che riguardano
olanzapina: Dal momento che olanzapina è
metabolizzato dal CYP1A2, le sostanze che possono
specificatamente indurre o inibire questo isoenzima possono
influenzare la farmacocinetica di olanzapina.
Induzione del CYP1A2: Il metabolismo di
olanzapina può essere accelerato dal fumo e dalla
carbamazepina, che possono portare ad una riduzione delle
concentrazioni di olanzapina. E’ stato osservato solo un
incremento da lieve a moderato nella clearance di olanzapina. Le
conseguenze sul piano clinico sono verosimilmente limitate, ma si
raccomanda un monitoraggio clinico e se necessario può
essere preso in considerazione un aumento del dosaggio di
olanzapina (vedere Paragrafo 4.2, Posologia e modo di
somministrazione).
Inibizione del CYP1A2: E’ stato dimostrato
che la fluvoxamina, uno specifico inibitore
dell’attività del CYP1A2, inibisce
significativamente il metabolismo di olanzapina. Dopo
somministrazione di fluvoxamina l’incremento medio della
Cmax di olanzapina è stato del 54% nelle donne
non fumatrici e del 77% nei maschi fumatori, mentre
l’incremento medio dell’AUC di olanzapina è
stato, rispettivamente, del 52% nelle donne non fumatrici e del
108% nei maschi fumatori. Nei pazienti che stanno usando
fluvoxamina o un qualsiasi altro inibitore del CYP1A2,
così come ciprofloxacina, il trattamento con olanzapina
dovrebbe iniziare a dosi più basse. Se si inizia un
trattamento con un inibitore del CYP1A2, deve essere valutata una
riduzione del dosaggio di olanzapina.
Diminuita biodisponibilità : Il carbone
attivo riduce la biodisponibilità di olanzapina per via
orale del 50-60 % e deve essere preso almeno 2 ore prima o dopo
olanzapina.
La fluoxetina (un inibitore del CYP2D6), dosi singole di un
antiacido (alluminio, magnesio) o di cimetidina non influenzano
significativamente la farmacocinetica di olanzapina.
Potenziale capacità di olanzapina di influire su
altri prodotti medicinali: Olanzapina può opporsi
agli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti.
Olanzapina non inibiscein vitro i principali isoenzimi
del CYP450 (ad esempio 1A2, 2D6, 2C9, 2C19, 3A4). Pertanto non
c’è da aspettarsi nessuna particolare interazione
come verificato dagli studiin vivo in cui non fu trovata
alcuna inibizione del metabolismo delle seguenti sostanze attive:
antidepressivo triciclico (rappresentante per lo più la
via CYP2D6), warfarin (CYP2C9), teofillina (CYP1A2) o diazepam
(CYP3A4 e 2C19).
Olanzapina non ha mostrato interazione
farmacologica quando somministrata contemporaneamente a litio o a
biperidene.
Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici di
valproato non indicò che sia richiesto un aggiustamento
della dose di valproato dopo la contemporanea somministrazione di
olanzapina.
Gravidanza: Non esistono studi adeguati e ben controllati su
donne in gravidanza. Le pazienti devono essere avvertite sulla
necessità di informare il proprio medico in caso di
gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con
olanzapina. Tuttavia, poiché l’esperienza
nell’uomo è limitata, olanzapina deve essere usata
in gravidanza solo se il potenziale beneficio giustifica un
potenziale rischio per il feto.
Molto raramente sono state effettuate segnalazioni spontanee
di tremore, ipertonia, letargia e sonnolenza nei nati da madri
che avevano assunto olanzapina durante il terzo trimestre di
gravidanza.
Allattamento: Durante l’allattamento di ratti trattati
con olanzapina, il farmaco è stato eliminato con il latte.
Non è noto se olanzapina venga eliminata nel latte materno
umano. Le pazienti devono essere avvertite di non allattare al
seno mentre sono in terapia con olanzapina.
Dal momento che olanzapina può provocare sonnolenza e
vertigine, i pazienti devono essere informati che occorre cautela
nel fare uso di macchinari, inclusi i veicoli a motore.
Gli unici effetti indesiderati molto frequenti (> 10%)
riscontrati nei pazienti trattati con olanzapina durante gli
studi clinici, sono stati la sonnolenza e l'aumento ponderale.
L’aumento ponderale é stato correlato alla presenza,
prima del trattamento, di un indice di massa corporea (BMI)
più basso ed all’impiego di un dosaggio iniziale
uguale o superiore a 15 mg. In uno studio clinico su pazienti con
malattia di Alzheimer è stato osservato molto
frequentemente un disturbo della deambulazione. In studi clinici
su pazienti con psicosi iatrogena (agonisti della dopamina)
associata a malattia di Parkinson, il peggioramento della
sintomatologia Parkinsoniana e le allucinazioni furono riferite
più comunemente e più frequentemente che con
placebo.
In uno studio clinico in pazienti con mania bipolare, la
terapia combinata di valproato ed olanzapina determinò
un'incidenza di neutropenia del 4,1 %; gli elevati livelli
plasmatici di valproato potrebbero essere un potenziale fattore
contribuente. Olanzapina somministrata con litio o valproato
diede luogo ad un'aumentata incidenza (> 10 %) di tremore,
secchezza delle fauci, aumento dell'appetito ed aumento di peso.
Frequentemente (da 1 % al 10 %) fu riportato anche disturbo del
linguaggio. Durante il trattamento con olanzapina in associazione
a litio o valproato, in caso di trattamento acuto (fino a 6
settimane) si verificò un aumento ³ 7 % del peso
corporeo iniziale nel 17,4 % dei pazienti.
La seguente tabella degli effetti indesiderati si basa sul
rapporto degli eventi avversi e sugli esami di laboratorio
effettuati durante studi clinici.
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Frequenti (1-10%): Eosinofilia.
|
Disturbi del metabolismo e nutrizione
Molto frequenti (> 10%): Aumento di
peso.
Frequenti (1-10%): Aumento dell’appetito. Livelli
di glucosio aumentati (vedere nota 1 più avanti). Livelli
di trigliceridi aumentati.
|
Disturbi del sistema nervoso
Molto frequenti (> 10%): Sonnolenza.
In uno studio clinico su pazienti con malattia di Alzheimer
è stato osservato un disturbo della deambulazione. Il
peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e le
allucinazioni sono state riferite più frequentemente nei
pazienti con malattia di Parkinson.
Frequenti (1-10%): Vertigine, acatisia (vedere nota 2
più avanti).
|
Disturbi cardiaci
Infrequenti (0,1-1%): Bradicardia con o senza
ipotensione o sincope.
|
Disturbi del sistema vascolare
Frequenti (1-10%): Ipotensione ortostatica.
|
Disturbi dell’apparato gastrointestinale
Frequenti (1-10%): Lievi, transitori effetti
anticolinergici comprendenti la stipsi e la secchezza delle
fauci.
|
Disturbi del sistema epatobiliare
Frequenti (1-10%): Aumenti transitori ed asintomatici
delle transaminasi epatiche (ALT e AST), specie nelle fasi
iniziali del trattamento (vedere anche al Paragrafo 4.4,
Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).
|
Disturbi della cute ed annessi
Infrequenti (0,1-1%): Reazione di
fotosensibilità.
|
Disturbi generali ed alterazioni del sito di
somministrazione
Frequenti (1-10%): Astenia, edema.
|
Ricerche
Molto frequenti (> 10%): Aumentati
livelli di prolattinemia, sebbene le manifestazioni cliniche
associate (ad es. ginecomastia, galattorrea, ingrossamento della
ghiandola mammaria) siano state rare. Nella maggior parte dei
pazienti, i livelli tornarono ai valori normali senza
interrompere il trattamento.
Infrequenti (0,1-1%): Aumento della
creatinfosfochinasi.
|
1In studi clinici con olanzapina in oltre 5.000
pazienti con livelli di glucosio basali non a digiuno £ 7,8
mmol/l, l’incidenza dei livelli plasmatici di glucosio non
a digiuno ³ 11 mmol/l (indicativi di un diabete) è
risultata dell’1,0%, in confronto allo 0,9% ottenuto con
placebo. L’incidenza dei livelli plasmatici di glucosio non
a digiuno ³ 8,9 mmol/l ma < 11 mmol/l (indicativi di una
iperglicemia) è risultata del 2,0%, in confronto
all’1,6% ottenuto con placebo. L’iperglicemia viene
riportata anche come evento spontaneo molto raro
(< 0,01%).
2In studi clinici, l’incidenza di
Parkinsonismo e distonia nei pazienti trattati con olanzapina non
fu significativamente diversa nei confronti del placebo. I
pazienti trattati con olanzapina presentarono un’incidenza
più bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto
ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In
mancanza di dettagliate informazioni anamnestiche relative alla
presenza di disturbi del movimento acuti e tardivi di natura
extrapiramidale, al momento non è possibile concludere che
olanzapina determini una minore comparsa di discinesia tardiva
e/o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva.
La seguente tabella degli effetti indesiderati si basa sulle
segnalazioni spontanee dopo commercializzazione.
Disturbi del sangue e del sistema linfatico
Rari (0,01-0,1%): Leucopenia.
Molto rari (< 0,01%): Trombocitopenia.
Neutropenia.
|
Disturbi del sistema immunitario
Molto rari (< 0,01%): Reazione
allergica (ad esempio reazione anafilattoide, angioedema, prurito
od orticaria).
|
Disturbi del metabolismo e nutrizione
Molto rari (< 0,01%): Molto raramente
è stata riportata iperglicemia o un aggravamento di un
diabete preesistente occasionalmente associato a chetoacidosi o
coma, inclusi alcuni casi ad esito fatale (vedere anche alla nota
1 sopra riportata ed al Paragrafo 4.4, Avvertenze speciali e
opportune precauzioni d’impiego). Ipertrigliceridemia.
|
Disturbi del sistema nervoso
Rari (0,01-0,1%): In pazienti trattati con olanzapina
sono state riscontrate raramente crisi epilettiche. Nella maggior
parte di questi casi, le crisi epilettiche od i fattori di
rischio per la comparsa di epilessia erano riportati
nell’anamnesi.
Molto rari (< 0,01%): Casi riferiti
come Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN), sono stati riportati
anche con l’impiego di olanzapina (vedere anche al
Paragrafo 4.4, Avvertenze speciali e opportune precauzioni
d’impiego). Quando olanzapina è interrotta
bruscamente sono stati riportati molto raramente sintomi acuti
come sudorazione, insonnia, tremore, ansietà, nausea o
vomito.
|
Disturbi dell’apparato gastrointestinale
Molto rari (< 0,01%): Pancreatite.
|
Disturbi del sistema epatobiliare
Molto rari (< 0,01%): Epatite.
|
Disturbi della cute ed annessi
Rari (0,01-0,1%): Eruzione cutanea.
|
Disturbi del sistema urinario
Molto rari (< 0,01%):
Difficoltà ad iniziare la minzione.
|
Disturbi del sistema riproduttivo e della mammella
Molto rari (< 0,01%): Priapismo.
|
Segni e sintomi
Sintomi molto frequenti da sovradosaggio (con incidenza
> 10%) comprendono tachicardia,
agitazione/aggressività, disartria, manifestazioni
extrapiramidali di vario tipo ed una riduzione del livello di
coscienza variabile dalla sedazione al coma.
Altre sequele del sovradosaggio clinicamente importanti
comprendono delirio, convulsione, coma, possibile sindrome
maligna da neurolettici, depressione respiratoria, aspirazione,
ipertensione od ipotensione, aritmie cardiache (< 2% dei casi
di sovradosaggio) ed arresto cardiorespiratorio. Esiti fatali
sono stati riportati per sovradosaggi acuti così bassi
come con 450 mg, ma è stata riportata anche sopravvivenza
dopo sovradosaggio acuto con 1.500 mg.
Trattamento del sovradosaggio
Non esiste un antidoto specifico per olanzapina. Non è
consigliata l’induzione del vomito. Può essere
indicato seguire le procedure standard per il trattamento del
sovradosaggio (ad esempio lavaggio gastrico, somministrazione di
carbone attivo). La contemporanea somministrazione di carbone
attivo riduce la biodisponibilità orale di olanzapina del
50-60%.
In base al quadro clinico deve essere effettuato un
trattamento sintomatico ed un monitoraggio delle funzioni vitali,
comprendenti il trattamento dell’ipotensione e del collasso
circolatorio ed il mantenimento della funzione respiratoria. Non
usare adrenalina, dopamina, od altri agenti simpaticomimetici con
attività beta-agonista poiché la stimolazione dei
recettori beta può determinare un peggioramento dello
stato ipotensivo. E' necessario monitorare l'attività
cardiovascolare per riconoscere eventuali aritmie. Il
monitoraggio ed un'accurata sorveglianza medica devono continuare
fino alla guarigione del paziente.
Classe farmacoterapeutica: antipsicotico, con codice ATC
N05AH03.
Olanzapina è un agente antipsicotico dotato di un ampio
profilo farmacologico su numerosi sistemi recettoriali.
In studi pre-clinici olanzapina ha dimostrato di possedere uno
spettro di affinità (Ki < 100 nM) per i recettori della
serotonina 5-HT2A/2C, 5-HT3, 5-HT6; della dopamina D1,
D2, D3, D4, D5;per i recettori
colinergici di tipo muscarinico (m1-m5); per quelli adrenergici
a1 ed istaminici H1. Studi comportamentali negli animali con
olanzapina hanno indicato un antagonismo serotoninergico,
dopaminergico e colinergico, che conferma il profilo di
affinità recettoriale sopra descritto. Olanzapina ha
dimostrato siain vitro chein vivo una maggiore
affinità per i recettori serotoninergici 5-HT2 rispetto a
quelli dopaminergici D2. Studi elettrofisiologici hanno
dimostrato che olanzapina riduce selettivamente
l’attività dei neuroni dopaminergici mesolimbici
(A10), mentre ha scarso effetto sui circuiti striatali (neuroni
A9) coinvolti nella funzione motoria. Olanzapina ha ridotto la
risposta nel comportamento di evitamento condizionato (test
predittivo dell’attività antipsicotica) a dosaggi
inferiori a quelli capaci di indurre catalessia (test predittivo
di effetti collaterali di tipo motorio). Diversamente da altri
agenti antipsicotici, olanzapina aumenta la risposta in un test
“ansiolitico”.
In uno studio PET (tomografia ad emissioni di positroni)
condotto su volontari sani con dosi singole per via orale (10
mg), olanzapina ha dimostrato un grado di affinità per i
recettori 5HT2A superiore a quello dei recettori dopaminergici
D2. Inoltre, uno studio SPECT in pazienti schizofrenici ha
dimostrato che i pazienti che rispondono ad olanzapina mostrano
un blocco dei recettori striatali D2 di minor grado rispetto ai
pazienti che rispondono ad alcuni altri antipsicotici ed al
risperidone, e paragonabile a quello dei pazienti che rispondono
alla clozapina.
In studi clinici controllati, 2 verso placebo e 2 verso un
comparatore attivo condotti su oltre 2.900 pazienti schizofrenici
che presentavano sintomatologia sia positiva che negativa,
olanzapina si è dimostrata statisticamente superiore nel
migliorare sia i sintomi positivi che quelli negativi.
In pazienti con mania od episodio misto di disturbo bipolare,
olanzapina dimostrò un'efficacia superiore sia al placebo
che al valproato nel ridurre i sintomi della mania per oltre 3
settimane. Olanzapina dimostrò anche risultati di
efficacia comparabili ad aloperidolo in termini di rapporto dei
pazienti che conseguirono una remissione sintomatica della mania
e della depressione dopo 6 e 12 settimane. Dagli studi a lungo
termine non ci sono dati che dimostrino l'efficacia di olanzapina
nel prevenire i successivi episodi di mania e depressione. In uno
studio di terapia combinata su pazienti trattati con litio o
valproato per un minimo di 2 settimane, l'aggiunta di 10 mg di
olanzapina (terapia combinata con litio o valproato) fu superiore
nel determinare una riduzione dei sintomi della mania dopo 6
settimane rispetto alla monoterapia con litio o valproato.
Olanzapina è ben assorbita dopo somministrazione orale,
raggiungendo concentrazioni di picco plasmatico entro 5-8 ore.
L’assorbimento non è influenzato
dall’assunzione di cibo. La biodisponibilità
assoluta conseguente alla somministrazione endovenosa non
è stata determinata.
Olanzapina viene metabolizzata nel fegato principalmente
attraverso processi di coniugazione e di ossidazione. Il
principale metabolita circolante è il 10-N-glicuronide,
che non supera la barriera emato-encefalica. I citocromi
P450-CYP1A2 e P450-CYP2D6 contribuiscono alla formazione dei
metaboliti N-demetilato e 2-idrossimetilato, entrambi i quali
dimostrano minore attività farmacologicain vivo,
rispetto all’olanzapina, negli studi su animali.
L'attività farmacologica predominante viene esercitata
dalla molecola di olanzapina non metabolizzata. Dopo
somministrazione orale, l’emivita media di eliminazione di
olanzapina in volontari sani varia in funzione
dell’età e del sesso.
L’emivita media nei volontari sani anziani (> 65
anni) risulta aumentata (51,8 ore rispetto a 33,8 ore) e la
clearance ridotta (17,5 verso 18,2 l/ora) rispetto ai soggetti
non anziani. L’intervallo di variabilità dei
parametri cinetici negli anziani è simile a quello
riscontrabile nei non anziani. In 44 pazienti schizofrenici di
età superiore a 65 anni, dosaggi giornalieri da 5 a 20 mg
non hanno causato nessun particolare profilo di reazioni
avverse.
L’emivita media nelle femmine risulta in una certa
misura prolungata rispetto ai maschi (36,7 verso 32,3 ore) e la
clearance risulta ridotta (18,9 verso 27,3 l/ora). Ciò
nonostante olanzapina (5-20 mg) ha dimostrato lo stesso profilo
di sicurezza in pazienti di sesso femminile (n=467) e di sesso
maschile (n=869).
In pazienti con funzionalità renale ridotta (clearance
della creatinina < 10 ml/min), non si é riscontrata una
differenza significativa nell’emivita media (37,7 verso
32,4 ore) e nella clearance (21,2 verso 25,0 l/ora) rispetto ai
soggetti sani. Comunque, uno studio sull’equilibrio di
massa ha dimostrato che circa il 57 % dell’olanzapina
radiomarcata viene escreta con le urine, principalmente in forma
metabolizzata.
In soggetti fumatori con lieve alterazione epatica,
l’emivita media risulta aumentata (39,3 ore) e la clearance
del farmaco ridotta (18,0 l/ora), similmente a quanto
riscontrabile in soggetti sani non fumatori (rispettivamente 48,8
ore e 14,1 l/ora).
In soggetti non fumatori, rispetto a soggetti fumatori (maschi
e femmine), l’emivita media risulta aumentata (38,6 verso
30,4 ore) e la clearance ridotta (18,6 verso 27,7 l/ora).
La clearance plasmatica di olanzapina risulta essere
più bassa negli anziani rispetto ai giovani, nei soggetti
di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile e nei
non-fumatori rispetto ai fumatori. Tuttavia, l’influenza di
fattori quali l’età, il sesso o il fumo sulla
clearance e sull’emivita plasmatica di olanzapina è
minima in confronto all’intervallo di variabilità
riscontrabile nella popolazione.
In uno studio su soggetti caucasici, giapponesi e cinesi, non
sono state riscontrate differenze nei parametri farmacocinetici
tra le tre popolazioni.
A concentrazioni sieriche variabili da 7 a 1.000 ng/ml
olanzapina si lega per il 93 % alle proteine plasmatiche,
principalmente all’albumina e all’a1 glicoproteina
acida.
Tossicità acuta (per dose singola)
Nei roditori, i segni di tossicità dopo
somministrazione orale sono stati quelli tipici di sostanze ad
elevata attività neurolettica: ipoattività, coma,
tremori, convulsioni cloniche, salivazione, riduzione
dell’incremento ponderale. La dose letale media osservata
nei topi e nei ratti è stata, rispettivamente, di circa
210 mg/kg e 175 mg/kg. Nei cani, dosi singole per via orale fino
a 100 mg/kg non sono risultate letali; sono state osservate
manifestazioni cliniche quali sedazione, atassia, tremori,
aumento della frequenza cardiaca, respirazione difficoltosa,
miosi ed anoressia. Nelle scimmie, dosi singole per via orale
fino a 100 mg/kg hanno dato luogo a prostrazione e, con dosaggi
più alti, ad uno stato di semi-incoscienza.
Tossicità per dosi ripetute
In studi durati fino a 3 mesi nei topi e fino ad 1 anno nei
ratti e nei cani, gli effetti principali riscontrati sono stati
la depressione del sistema nervoso centrale, manifestazioni di
tipo anticolinergico e disturbi ematologici a livello periferico.
Nei confronti degli effetti depressivi sul sistema nervoso
centrale si é sviluppata tolleranza. Alle alte dosi, i
parametri di crescita sono risultati diminuiti. Effetti
reversibili, relativi ad un aumento della prolattina nei ratti,
hanno comportato una diminuzione di peso dell’utero e delle
ovaie ed alterazioni morfologiche dell’epitelio vaginale e
della ghiandola mammaria.
Tossicità ematologica: Sono stati riscontrati effetti
sui parametri ematologici in ciascuna delle specie animali
suddette, ivi compresa la riduzione dei leucociti circolanti
risultata essere dose-correlata ed aspecifica rispettivamente nei
topi e nei ratti; comunque, non è stato ritrovato nessun
segno di tossicità midollare. Neutropenia, trombocitopenia
ed anemia reversibili si sono sviluppati in alcuni cani trattati
con 8-10 mg/kg al giorno (L’area sotto la curva - AUC -
è da 12 a 15 volte più grande di quella osservata
in un uomo trattato con 12 mg). Nei cani citopenici, non sono
stati osservati effetti avversi a carico degli elementi staminali
e proliferativi del midollo osseo.
Tossicità sulla riproduzione
Olanzapina non presenta effetti teratogeni. La sedazione
interferisce con le capacità di accoppiamento dei ratti
maschi. I cicli di estro sono risultati alterati con dosi pari a
1,1 mg/kg (3 volte la dose massima nell'uomo) ed i parametri
della riproduzione sono risultati influenzati in ratti cui erano
stati somministrati 3 mg/kg (9 volte la dose massima nell'uomo).
La prole di ratti trattati con olanzapina, ha presentato ritardo
nello sviluppo fetale ed una transitoria riduzione dei livelli di
attività.
Mutagenesi
Olanzapina non risulta essere mutagena né capace di
favorire la divisione cellulare in una serie completa di tests
standard, ivi compresi i tests di mutagenesi effettuati sia sui
batteri che sui tessuti di mammiferoin vivo edin
vitro.
Carcinogenesi
In base ai risultati di studi effettuati su topi e ratti,
è stato concluso che olanzapina non possiede
attività cancerogena.
Nucleo della compressa
Lattosio monoidrato
Idrossipropilcellulosa
Polivinilpirrolidone
Cellulosa microcristallina
Magnesio stearato
Rivestimento della compressa
Ipromellosa
Miscela colorata bianca (ipromellosa, biossido di titanio
E171, macrogol, polisorbato 80)
Cera carnauba
Inchiostro blu commestibile (shellac, macrogol, indigo carmine
E132)
Non pertinente.
3 anni.
Conservare nella confezione originale. Tenere il flacone ben
chiuso.
Blister strips
ZYPREXA 5 mg compresse sono disponibili in blister strips di
alluminio saldati a freddo, contenuti in astucci da 28 compresse
ciascuno.
Flaconi
ZYPREXA 5 mg compresse sono confezionate in flaconi di
polietilene ad alta densità con tappi di polipropilene. I
flaconi sono sigillati e contengono 100 compresse ed un
essiccante.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Eli Lilly Nederland BV, Grootslag 1-5, NL-3991 RA Houten,
Olanda.
EU/1/96/022/003 ZYPREXA - 5 mg - compresse rivestite - flacone
contenente 100 compresse.
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compresse, per scatola.
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20 Novembre 2001
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Settembre 2002
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