STRUMENTO: La spirometria è un esame molto semplice e non invasivo, fondamentale per la diagnosi di asma bronchiale e di altre malattie respiratorie, che misura i volumi respiratori e la velocità dei flussi dell’aria.
Viene eseguito con uno strumento detto appunto "spirometro", che consiste in un misuratore del flusso o del volume d’aria mobilizzata dal paziente collegato ad un computer che riceve un segnale e lo trasforma in valori numerici ed immagini grafiche. (Fig.1)
Fig. 1 - UNO SPIROMETRO A CAMPANA COMPUTERIZZATO
Il collegamento allo spirometro avviene attraverso un boccaglio preferibilmente monouso provvisto di filtro antibatterico.
PREPARAZIONE: l’esame viene in genere eseguito da un tecnico di Fisiopatologia Respiratoria (branca della Pneumologia che studia e misura la funzione del sistema respiratorio) il quale avrà cura di spiegare come procederà la prova e dare una dimostrazione pratica delle manovre da eseguire.
La spirometria richiede piena collaborazione da parte del paziente per cui e’ necessario che si renda conto dell’importanza della corretta esecuzione dell’esame per una diagnosi quanto piu’ possibile precisa.
Il paziente deve evitare, se possibile, di prendere farmaci antiasmatici, soprattutto broncodilatatori spray o per aerosol nelle 8-12 ore prima della prova.
Prima di cominciare la prova spirometrica il tecnico farà alcune domande, per rilevare indicazioni e controindicazioni all’esame come recenti traumi toracici o addominali, interventi per cataratta e malattie cardiovascolari in fase di instabilità.
Verranno rilevati con precisione peso ed altezza per il calcolo dei cosiddetti "valori teorici", cioè i valori normali per quella determinata età , peso, altezza e sesso.
L’ESECUZIONE DELLA SPIROMETRIA: (Figg 2-3) La spirometria deve essere eseguita da seduti con i 2 piedi nel pavimento , liberando eventuali costrizioni nell’abbigliamento.
La spirometria di base si suddivide in una fase lenta ed una fase forzata.
Le manovre che verranno richieste dal tecnico al paziente saranno le seguenti:
- Mettere uno stringinaso per evitare perdita di aria dal naso
- Collegarsi al boccaglio sterile
- Respirare tranquillamente "a volume corrente" per alcuni secondi
- Inspirare profondamente per riempire completamente i polmoni ed espirare fino a svuotarli del tutto: questa manovra è fondamentale per misurare la capacità vitale e i cosiddetti volumi statici (fase lenta). Questa prova verrà ripetuta 3 volte per ottenere valori attendibili.
- La fase successiva prevede un’inspirazione profonda seguita da un’espirazione forzata, soffiando l’aria nel boccaglio con tutta la forza possibile (fase forzata). Spesso viene richiesto anche di inspirare profondamente e con forza. Anche questa prova verrà ripetuta 3 volte.
Per ottenere la massima collaborazione l’operatore userà frasi di incitamento durante la prova che hanno la funzione di ottenere il massimo impegno e darà consigli negli intervalli tra le prove per correggere gli eventuali errori.
Fig. 2 - ESECUZIONE DELLA MANOVRA DI ESPIRAZIONE FORZATA 1. Applicare lo stringinaso 2. Collegarsi al boccaglio sterile ed ispirare profondamente 3. Espirare vigorosamente e completamente per almeno 6 secondi 4. Grafica della curva espiratoria per il calcolo dei volumi polmonariFig. 3 - ESECUZIONE DELLA MANOVRA DI ESPIRAZIONE FORZATA CON SPIROMETRO PORTATILE La manovra di espirazione forzata può essere eseguita con spirometri di piccole dimensioni presso qualsiasi ambulatorio e al domicilio del paziente. 1-2. Applicare lo stringinaso ed impugnare lo spirometro 3. Inspirare profondamente 4. Espirare completamente con forzaRISULTATI: L’esame descritto fornisce già molte informazioni sulla presenza o meno di un’alterazione ostruttiva e quindi di asma bronchiale o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o di un’alterazione restrittiva e quindi di malattie polmonari di altro tipo.
E’ utile che il paziente con asma o BPCO conosca bene i propri "valori del respiro" come il diabetico conosce i propri valori di glicemia e l’iperteso quelli di pressione arteriosa.
Il valore più importante è il VEMS o Volume Espiratorio Massimo al 1° Secondo (anche detto FEV1 in Inglese) che viene espresso in litri ed è variabile da soggetto a soggetto. Importanti sono le percentuali rispetto al valore teorico che nel soggetto normale e nella maggior parte degli asmatici in fase stabile è attorno al 100% , mentre nei pazienti con BPCO e nei peggioramenti dell’asma bronchiale può scendere anche notevolmente.
ESAMI SUPPLEMENTARI: A questo punto il tecnico potrà stampare l’esame e consegnarlo al paziente dopo la refertazione del medico, oppure passare ad altre prove come:
- il test di reversibilità farmacologica con la somministrazione per spray di 2 puff di un broncodilatatore (es. Ventolin) e la ripetizione della spirometria forzata dopo 20 minuti circa,
- la misurazione del volume residuo che è una prova che richiede di respirare una miscela di elio a volume corrente, quindi non richiede particolare impegno da parte del paziente e viene eseguita per misurare il grado di iperdistensione polmonare, tipica dell’enfisema.
- Il test di diffusione del monossido di carbonio che è un esame un po’ più impegnativo per il paziente e serve per misurare la presenza di un ostacolo al passaggio dei gas respiratori attraverso la membrana alveolare che impedisce il passaggio di ossigeno tra il polmone e il sangue. Questo esame richiede un’apnea e, cioè, di trattenere il respiro per circa 8-10 secondi per cui non è eseguibile da tutti i pazienti.
- un test di provocazione bronchiale che viene eseguito nel caso la spirometria sia nei limiti di norma ma si sospetti la presenza di un’iperattività bronchiale aspecifica che è un marker di asma bronchiale.
- La pletismografia corporea che permette di misurare all’interno di una cabina il grado di iperdistensione polmonare soprattutto nei pazienti con enfisema polmonare, e le resistenze delle vie aeree, anche negli asmatici.
Questo esame ha dei vantaggi e degli svantaggi; i vantaggi sono che non richiede l’esecuzione di manovre forzate; gli svantaggi sono che l’esame viene eseguito all’interno di una cabina che per alcuni può essere claustrofobica.
- La misurazione dell’ossido nitrico nell’aria espirata che si esegue nei pazienti asmatici o con BPCO per valutare il grado di attività della malattia.
La durata di una spirometria è variabile da 20 minuti circa di una spirometria semplice a 40 minuti circa di una spirometria con broncodilatazione e 1 ora circa se vengono associate altre procedure.
I TEST DI PROVOCAZIONE BRONCHIALE
Il test di provocazione bronchiale più diffuso è il test con metacolina. Altri test sono:
- il test di provocazione aspecifico con l’istamina, con la nebbia ultrasonica, con l’esercizio fisico
- il test di provocazione specifico con allergeni.
Il test con metacolina consiste nell’esecuzione di una serie di spirometrie forzate dopo aver inalato dosi crescenti di metacolina che è una sostanza farmacologica che determina una minima ostruzione dei bronchi dei soggetti con asma bronchiale mentre non ha nessun effetto nei bronchi dei soggetti normali.
Il test inizia con una spirometria forzata seguita dall’inalazione di una dose molto bassa di metacolina attraverso un nebulizzatore e la ripetizione della spirometria dopo alcuni minuti. Se la spirometria rimane nei limiti di norma si procede con la somministrazione di piccole dosi crescenti di metacolina, seguite da spirometria, fino a che non si verifica una piccola e spesso asintomatica ostruzione bronchiale dimostrata da una caduta del VEMS del 20%. La dose che ha provocato una caduta del 20% del VEMS si chiama PD 20 VEMS.
Anche in questo caso e’ necessaria la piena collaborazione con il tecnico che dara’ le dovute informazioni preventive e correggerà gli eventuali errori durante le prove.
Il test con metacolina è considerato un test di secondo livello e ha una durata variabile tra 15 minuti e 1 ora . Viene consigliato in caso di dubbio diagnostico o nel caso si voglia valutare la gravità della malattia.
Tra gli altri esami di provocazione bronchiale è utile descrivere il test della corsa che serve per evidenziare la presenza di un’asma da sforzo. Consiste nell’esecuzione di una corsa per circa 5 o 6 minuti con uno sforzo cosiddetto sub-massimale e l’esecuzione di spirometrie prima e dopo 5, 10 e 20 minuti dalla fine dello sforzo. L’esame viene eseguito o con un tapis-roulant o con la corsa libera a seconda delle disponibilità del laboratorio ed è quindi necessario attrezzarsi con un abbigliamento adeguato.
MISURAZIONE DEL PICCO DI FLUSSO ESPIRATORIO
La misurazione del picco di flusso espiratorio (PEF) viene eseguita soffiando con la massima forza possibile dentro uno spirometrino portatile, in genere di materiale plastico da utilizzare al proprio domicilio al mattino, alla sera e ogni volta che si è in presenza di una crisi asmatica. (Fig. 4)
I valori misurati devono essere riportati in un diario del respiro.
Il misuratore del PEF rappresenta quindi uno strumento indispensabile per l’autovalutazione domiciliare dell’asma e l’autotrattamento.
Il diario del respiro contiene infatti un settore di informazioni cosiddetto a semaforo sulla cura da seguire a seconda che la sintomatologia ed il valore di PEF sia sulla zona verde in cui il trattamento e’ ottimale; gialla in cui e’ necessario aumentare il trattamento e rosso in cui è necessario rivolgersi rapidamente ad una struttura sanitaria.
Fig.4 - MISURAZIONE E REGISTRAZIONE PICCO DI FLUSSO ESPIRATORIO 1. Azzerare il cursore del misuratore di PEF 2. Inspirare profondamente ed espirare con forza 3. Controllare il valore ottenuto 4. Registrare il miglior valore di 3 prove successive sull'apposito diario
Ultimo aggiornamento: 23.12.2006
mail to Webmaster