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    Una nuova teoria su chi tradì Anna Frank

    6 maggio 2002
    Articolo messo in Rete alle 19:53 ora italiana (17:53 GMT)
     

    L'ipotesi avanzata da una biografa riapre il caso

    anna frank
    Anna Frank  

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    AMSTERDAM (CNN) -- Un giorno d'estate del 1944, quattro poliziotti tedeschi e olandesi entrarono nel magazzino al 263 di Prinsengracht, ad Amsterdam, e chiesero a Willem Van Maarem, che lavorava lì, dov'erano nascosti gli ebrei. Van Maarem fece un cenno verso il piano superiore, ma la polizia sapeva già dove andare.

    Così Anna Frank e la sua famiglia - che si era nascosta per 25 mesi nella soffitta del magazzino - vennero arrestati e trasferiti nei campi di concentramento. Venticinque mesi di speranze, pensieri, desideri, documentati dal diario della ragazza, divenuta il simbolo della Shoah e morta nel 1945 a Bergen-Belsen, poche settimane prima della liberazione del campo; l'unico a sopravvivere della famiglia fu il padre, Otto Frank. La soffiata era arrivata qualche ora prima dell'arrivo dei nazisti. Karl Josef Sukberbauer, il comandante della pattuglia, austriaco, aveva ricevuto una telefonata dal capo della polizia olandese che lo avvertiva della presenza di otto ebrei nel magazzino. Ma chi abbia tradito la famiglia e dato alla polizia la traccia giusta rimane un mistero.

    Ora, una biografa di Anna Frank ha elaborato una nuova ipotesi, finora mai considerata, che ha suscitato interesse nel Paese tanto da far riaprire un capitolo oscuro della storia olandese. Il principale sospetto fino ad ora era Willem Van Maaren, ma le prove raccolte a più riprese contro di lui non sono mai state ritenute convincenti; e nel 1971 l'uomo morì continuando a dichiararsi innocente.

    A fare la spia potrebbe invece essere stato Anton Ahlers, un ex socio in affari del padre di Anna, Otto Frank. A sostenerlo è Carol Ann Lee, autrice inglese che vive ad Amsterdam. "Ho esaminato i documenti all'Aja perché dopo la guerra (Ahlers) venne condannato per avere tradito diverse persone e finì in prigione", ha detto Lee intervistata per un documentario olandese. "Tutti, anche la sua famiglia, lo hanno condannato come antisemita e lo hanno descritto come una persona terribilmente sgradevole".

    La teoria di Lee è stata ritenuta fondata, tanto che l'istituto olandese per la documentazione di guerra, che ha curato l'edizione di riferimento del diario di Anna Frank e tutte le carte relative alla famiglia, ha deciso di riaprire il caso.

    Secondo l'autrice, Ahlers non solo ha consegnato alle autorità la famiglia Frank, ma potrebbe aver anche ricattato a lungo Otto Frank, ricevendo denaro in cambio del silenzio sui suoi affari con la Germania nazista all'inizio della Seconda guerra mondiale.

    A fare la telefonata alla polizia che indicava con precisione dove i Frank si nascondevano sarebbe stato, secondo Lee, Maarten Kuiper, un poliziotto olandese amico di Ahlers e uno dei più noti traditori di ebrei in quel periodo.

    Dopo la pubblicazione del libro di Lee, anche il figlio di Ahlers si è detto convinto della colpevolezza del padre. "Non c'è alcun dubbio che lo ha fatto", ha detto Anton Ahlers jr. al giornale Volkskrant.

    Più di 100.000 ebrei olandesi - il 70 per cento dell'intera comunità - furono deportati nei campi di concentramento in Germania.

    Con il contributo di Ap


     


    ARTICOLI PRECEDENTI:

    Il governo tedesco ai neonazisti: Pentitevi e vi pagheremo
    21 febbraio 2001

    Nei quadri dei Geiringer, il mondo ai tempi dei nazisti
    20 maggio 2000

     



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