IL TRADIMENTO
Nel 1948 la polizia conduce una prima indagine sul tradimento e l’arresto dei
clandestini.
Uno dei sospetti è Willem van Maaren che viene interrogato assieme a l’altro
magazziniere.
Van Maaren nega decisamente ogni responsabilità nell’accaduto. Nel verbale della
sua dichiarazione del 31 marzo 1948 si legge: “Ho iniziato a lavorare come
magazziniere presso la ditta Opekta nella primavera del 1943. Svolgevo le mie
mansioni esclusivamente nel magazzino, situato nella parte della casa su un
unico piano. E’ vero che nel corso del 1943-1944 ho cominciato a sospettare che
nell’edificio avvenisse qualcosa di strano, senza però pensare che vi potessero
essere nascosti degli ebrei. I miei sospetti nascevano dal fatto che il fornaio,
il lattaio e il fruttivendolo consegnavano quantità considerevoli di viveri”.
Van Maaren sottolinea che nell’edificio venivano altri visitatori e che anche i
vicini rappresentavano una fonte di pericolo.
Non si è mai saputo chi abbia tradito i rifugiati, nè si è riusciti ad avere
delle prove.
Willem van Maaren è morto nel 1971 continuando a dichiararsi innocente.
Oggi però esiste una nuova teoria
su chi tradì la famiglia Frank.
A sostenerla è Carol Ann Lee, scrittrice inglese che vive ad Amsterdam, e che
afferma che la spia potrebbe essere stato Anton Ahlers, un ex socio in affari
del padre di Anne nonché noto antisemita.
IL DIARIO
“Sai già da tempo che il mio desiderio più ardente è diventare giornalista ed
in seguito una famosa scrittrice. Dopo la guerra vorrei comunque pubblicare un
libro intitolato L’Alloggio Segreto”
(Diario di Anne Frank, 22 maggio 1944)
Anne Frank riceve il diario il 12 giugno 1942, immediatamente prima del periodo
passato in clandestinità.
Si mette subito a scrivere delle sue esperienza scolastiche. Un paio di
settimane più tardi la famiglia Frank è costretta a nascondersi.
Nel periodo dal 1943 al maggio del 1944 Anne scrive anche un gran numero di
racconti, inizialmente sulla clandestinità, ma anche delle favole e l’inizio di
alcuni romanzi.
Anne progetta di inviare uno dei suoi racconti ad una rivista “Voglio
chiedere alla rivista De Prins di pubblicare una delle mie storie, naturalmente
con uno pseudonimo, ma siccome i miei racconti finora sono troppo lunghi, non
credo che riuscirò nel mio intento” (Diario di Anne Frank, 21 aprile 1944)
Il 28 marzo 1944 i clandestini ascoltano la trasmissione radiofonica del governo
olandese in esilio in Inghilterra. Il ministro Bolkestein chiede di conservare
le testimonianze personali sulla guerra. Subito gli inquilini pensano al diario
di Anne e lei stessa inizia a fantasticare di un romanzo dal titolo “L’alloggio
segreto”, un titolo che le sembra stuzzicare la curiosità, quasi si trattasse di
un giallo.
Verso il 20 maggio1944 Anne comincia a lavorare al suo libro. In una decina di
settimane scrive su fogli sciolti. Tutte le lettere sono rivolte ad un
personaggio immaginario, Kitty.
“Finalmente, dopo averci pensato tanto, ho cominciato ‘L’alloggio segreto',
nella mia testa è quasi tutto finito ma in realtà andrà meno velocemente, chissà
infatti se finirò mai.” (Diario di Anne Frank, 20 maggio 1944)
In poco tempo, dal 20 maggio 1944 fino al momento dell’arresto avvenuto il 4
agosto 1944, Anne sottopone il testo originario ad un processo di rielaborazione
e redazione: a volte si tratta di piccole correzioni, altre volte di
cancellature di lunghi brani.
Anne continua anche ad aggiornare il diario.
Le ultime pagine sciolte sono datate 29 marzo 1944. Fino a quel momento Anne
aveva compiuto notevoli progressi nella redazione del diario: per dieci
settimane scrive una media di quattro, cinque fogli al giorno.
LA PUBBLICAZIONE DEL DIARIO
“Voglio essere utile, far divertire la gente. Intendo restare viva anche dopo
la mia morte! E perciò sono grata a Dio che mi ha donato alla nascita il talento
della scrittura, la possibilità di esprimere ciò che è in me”
(Diario di Anne Frank, 25 marzo 1944)
Quando Otto Frank apprende la terribile notizia della morte di entrambe le
figlie, Miep Gies gli consegna gli scritti di Anne dicendo: “Questa è
l’eredità della tua Anne”.
“Miep ha potuto salvare per caso un album ed il diario di Anne. Non avevo la
forza di leggerlo” (Otto Frank 22 agosto 1945)
Ma quando inizia la lettura dei fogli che compongono il diario non può più
smettere.
Otto fa una copia degli scritti di Anne rielaborandoli e selezionando, come
dichiarerà, le parti “più importanti” del diario.
Quello che non riporta sono a suo avviso brani d’importanza secondaria e
osservazioni di natura personale “che non interessano altri”.
Oltre ad inviarne una copia alla madre a Basilea, Otto ne batte a macchina una
copia più ampia e quindi fa leggere il testo corretto ad alcuni buoni amici.
Il manoscritto finisce nelle mani dello storico Jan Romein. In diario colpisce
profondamente e sulla prima pagina del grande quotidiano nazionale Het Parool,
in passato un giornale della resistenza, Jan Romein scrive un articolo dal
titolo “Voce infantile” che conclude con queste parole: “A mio avviso questo
diario, apparentemente insignificante, di una bambina incarna tutti gli orrori
del fascismo, più di tutti i documenti del processo di Norimberga”
L’articolo desta molto interesse, anche da parte della casa editrice Contact.
Il 25 giugno 1947 viene pubblicato “L’alloggio segreto. Diario in forma di
lettere dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944” di Anne Frank in una tiratura di
cinquecento esemplari.
In questo modo Otto realizza il desiderio della figlia.
Nel 1952 il libro viene stampato in Inghilterra e negli Stati Uniti con il
titolo “The Diary of a Youg Girl” (Il diario di una ragazza).
Oggi “Il diario di Anne Frank” è un dei libri più letti al mondo ed è stato
tradotto in circa trenta lingue diverse. Il suo successo internazionale è
testimonianza schiacciante contro il male del nazionalsocialismo: evidentemente
nel diario si trovano elementi che tanto per i vecchi quanto per i giovani sono
universalmente riconoscibili.
Otto Frank alla sua morte, avvenuta il 19 agosto 1980, lascia i manoscritti
della figlia allo stato olandese. Le carte vengono sottoposte ad un’analisi
scientifica su incarico dello Stato dei Paesi Bassi: una parte importante della
ricerca riguarda l’analisi grafologica che dimostra con assoluta certezza
l’autenticità degli scritti che compongono il diario.
OGGI IN PRINSENGRACHT 263 AMSTERDAM
Nel 1957 si minaccia di demolire l’edificio di Prinsengracht 263, l’alloggio
segreto, ma grazie all’iniziativa di alcuni abitanti in Amsterdam il progetto
viene accantonato.
Nasce la
Fondazione Anne Frank che acquista l’edificio ed Otto Frank siede nel
consiglio direttivo.
Dopo l’opera di restauro il 3 maggio 1960 l’alloggio segreto viene inaugurato
come museo.
Il numero di visitatori che si recano a visitare la casa di Anne Frank cresce
ogni anno.
“Non potremo mai essere olandesi o inglesi o di qualsiasi nazionalità,
resteremo sempre anche ebrei perchè vogliamo esserlo”
(Diario di Anne Frank, 9 aprile 1944)
Otto Frank nella soffitta dell’alloggio segreto
alcune ore prima dell’inaugurazione dell’alloggio come museo
"Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono
come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra. Forse è necessario che sia così;
se dovessimo e potessimo soffrire le sofferenze di tutti, non potremmo vivere".
(Primo Levi)
“Tra le molte voci che nel corso della storia si sono levate a difesa della
dignità umana in tempi di grandi sofferenze e lutto, nessuna è più insistente di
quella di Anne Frank” (John F. Kennedy, Presidente degli Stati Uniti, 1961)
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