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BREVE CORSO DI PNEUMOLOGIA
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A. Altieri
Azienda Ospedaliera S.Camillo-Forlanini, Roma
M.A. di 61 anni modesto fumatore senza altra patologia degna di nota, sa di essere iperteso per cui assume Sartanici, lamenta tosse ed espettorazione mattutina con saltuari episodi di dispnea da molti anni.
Si reca dal proprio medico per comparsa di dispnea ed espettorazione giallastra.
P.A. 145/90 E.O. Torace: qualche sibilo e ronco.
Quali indagini?
Quale terapia?
E’ giusto che il paziente non abbia eseguito delle prove funzionali?
Deve iniziare una terapia? Se si, in base a quali parametri? E per quanto tempo?
Commento.
La diagnosi di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione in tutti i soggetti adulti che fumano o sono esposti a noti fattori di rischio (vapori, fumi irritanti, inquinamento) e che presentano i segni e i sintomi tipici della malattia: dispnea ingravescente che si accentua con gli sforzi, tosse cronica di qualsiasi tipo, espettorazione cronica, quotidiana o intermittente e diurna.
Questa malattia non diagnosticata correttamente e quindi non trattata adeguatamente conduce progressivamente, in un periodo di tempo variabile, ad un deterioramento della funzionalità respiratoria che si aggrava con l’insorgenza di riacutizzazioni di natura infettiva.
In alcuni casi la tosse cronica e l’espettorazione precedono di anni la riduzione del flusso aereo espiratorio, anche se non tutti i soggetti che presentano tosse ed espettorazione svilupperanno poi la BPCO. Pertanto il sospetto diagnostico dovrebbe essere sempre confermato dai risultati della spirometria che rappresenta l’esame di riferimento per porre la diagnosi di BPCO.
I pazienti con BPCO presentano una riduzione del VEMS e del rapporto VEMS/CVF che risulta correlata alla gravità della malattia e la gravità della malattia viene definita in base agli aspetti clinici e funzionali.
Gli obiettivi della terapia sono quelli di migliorare la sintomatologia e la qualità della vita del paziente, prevenire e curare le riacutizzazioni, prevenire l’evoluzione della malattia e delle complicanze.
1) I broncodilatatori, beta2adrenergici e anticolinergici, sono il cardine del trattamento farmacologico, da usarsi al bisogno o in modo continuativo, secondo la gravità dei sintomi (nel trattamento cronico i broncodilatatori a lunga durata d’azione sono più vantaggiosi rispetto a quelli a breve durata); l’aggiunta di corticosteroidi inalatori è indicata nei casi più gravi o di frequenti riacutizzazioni.
2) La terapia antibiotica è indicata in tutti i casi di riacutizzazione infettiva.
3) La cessazione del fumo è indispensabile in quanto è dimostrato che si associa non solo con il miglioramento della funzione respiratoria, ma anche con la riduzione della sua velocità di declino.
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