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BREVE CORSO DI PNEUMOLOGIA

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ORIENTAMENTO TERAPEUTICO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NEL TRATTAMENTO DELLE SINDROMI OSTRUTTIVE

P.L. Bartoletti

Medico di Medicina Generale – Segretario FIMMG della Regione Lazio

La medicina generale, nell’attuale sistema sanitario si caratterizza per essere, almeno sulla carta,   non solo una struttura filtro necessaria al buon funzionamento dell’ospedale, ma anche una formidabile rete informativa nei confronti dei cittadini verso i quali indirizzare dei messaggi di educazione sanitaria in grado di promuovere degli stili di vita capaci di diminuire l’incidenza di alcune patologie  dal pesante impatto economico e sociale.

Tra queste le patologie respiratorie croniche ostruttive, asma e BPCO,  sono quelle che piu’ di altre possono essere adeguatamente prevenute, precocemente individuate e gestite dal medico di medicina generale.

Ad oggi,  gli orientamenti terapeutici della medicina generale,  nei casi in cui si rileva l’esigenza di un trattamento farmacologico, mutuano dalle recenti linee guida internazionali GINA e GOLD e pertanto non differiscono da quelle comunemente utilizzate nella pratica clinica di altre discipline.

Broncodilatatori long acting, singoli od in associazione con corticosteroidi inalatori nei casi’ piu’ gravi sono i farmaci piu’ comunemente utilizzati.

Ma, penso, piu’ che esporre in maniera ripetitiva cio’ che ognuno di noi puo’ leggere sulle maggiori riviste scientifiche, penso che sia opportuno porre l’accento sull’importanza di una alleanza terapeutica tra medico di medicina generale e collega specialista.

L’”alleanza” , se cosi’ possiamo chiamarla, dovrebbe avere come obiettivo la necessità di educare ed informare il paziente sulla assoluta necessità di assumere i farmaci prescritti negli intervalli ed a dosi regolari, migliorando cosi’ la compliance del paziente nei confronti del trattamento, variabile questa che influenza notevolmente l’andamento clinico e l’evoluzione prognostica della patologia.

Oltre alla necessità di far comprendere al paziente come la sua patologia debba essere curata, anche spesso al dilà dei momenti di riesacerbazione, il medico di medicina generale spesso nelle sue scelte è influenzato dalla necessità di poter valutare un set, anche minimo, di dati strumentali in grado di dare cogenza al monitoraggio del quadro clinico.

Attualmente, infatti, stante la numerosità dei dispositivi che vengono utilizzati nella dispensazione del farmaco, diskus, turbohaler, spray, preparazioni per via aerosolica, una delle maggiori criticità nel trattamento è rappresentata dalla corretta assunzione del farmaco. 

E’ assolutamente evidente come un farmaco, per quanto efficace, se non arrivi a contatto con le aree del tessuto polmonare piu’ distali, difficilmente riuscira’ a dimostrare quell’effetto per il quale è stato prescritto, pertanto sarebbe opportuno, proprio nello spirito di quell’alleanza anzidetta, condividere la necessità di non limitarsi a prescrivere un farmaco ma verificare se il tipo di dispositivo di aerosolizzazione o micronizzazione sia realmente gestibile dal paziente nella quotidianità.

Pertanto la disponibilità di un apparecchio spirometrico negli studi dei medici di medicina generale, consentirebbe di attuare una politica simile a quella che fu intrapresa negli anni 80 nei confronti dell’ipertensione arteriosa, che ha consentito, attraverso la sensibilizzazione dei cittadini e dei medici di ridurne considerevolmente le complicanze.